Superbonus del 110% anche per i proprietari immobiliari non residenti

Ratio Quotidiano
18 Settembre 2020

La discriminante è il possesso di un reddito anche soltanto astrattamente imponibile in Italia, come potrebbe essere la rendita catastale dell’immobile posseduto sul territorio nazionale.
La possibilità di accesso al superbonus del 110% anche per le persone fisiche non residenti in Italia si ricava, in via indiretta, dalla circolare n. 24/E/2020 dell'Agenzia delle Entrate e da altri precedenti interventi di prassi amministrativa. In tale contesto, infatti, l'Agenzia, dopo aver precisato che il superbonus non spetta ai soggetti che non possiedono redditi imponibili i quali, inoltre, non possono esercitare nemmeno l'opzione per lo sconto in fattura o per la cessione del credito, formula un esempio concreto di persona fisica non fiscalmente residente in Italia che detiene l'immobile oggetto degli interventi, in base a un contratto di locazione o di comodato.
Leggendo al contrario l'esempio formulato, si arriva alla conclusione che quella stessa persona fisica, non fiscalmente residente in Italia, qualora fosse proprietario dell'immobile oggetto degli interventi, avrebbe invece la possibilità di sfruttare l'agevolazione o di optare per la cessione o lo sconto in fattura.
È evidente che il discrimine tra le 2 situazione è rappresentato dal presupposto delle imposte sui redditi: il “possesso” di un reddito assoggettabile a Irpef che, nel caso del non residente proprietario di immobile in Italia, potrebbe essere rappresentato dalla sola rendita catastale o dal canone di locazione (anche se assoggettato a cedolare secca). Al contrario, e così si ritorna all'esempio formulato nella circolare, la sola detenzione dell'immobile o il suo possesso in virtù di un contratto di locazione, in assenza di altri redditi imponibili in Italia, non sono invece sufficienti per poter consentire al non residente l'accesso all'agevolazione.
La questione è di primaria importanza, tenuto conto che in molte zone d'Italia, specie in quelle a maggiore vocazione turistica o culturale, sono tanti gli stranieri che nel tempo sono diventati proprietari di immobili.
Grazie alla possibilità di accedere non tanto alla detrazione diretta del superbonus, che probabilmente per tali soggetti non sarebbe praticabile, ma alla cessione del credito o allo sconto in fattura, anche i non residenti potranno dunque effettuare i lavori edilizi agevolati al 110%, contribuendo così a quel rilancio del settore che è alla base della disposizione normativa.
Anche per tali categorie di soggetti resterebbero ovviamente da valutare e superare tutti gli altri paletti previsti dalla complessa disciplina che caratterizza il 110%. Tra questi, giusto per citarne i principali, la necessità che l'immobile abbia le caratteristiche previste dalla norma, che gli interventi siano tra quelli espressamente previsti e ammessi, che i lavori e la spettanza del credito siano attestati e vistati da apposite categorie professionali e così via.
Resta comunque il fatto che il non residente, al pari del soggetto in regime forfetario o dell'incapiente, se in possesso di redditi imponibili Irpef, potrà valutare di effettuare gli interventi agevolati nell'ottica dell'opzione per la cessione o per lo sconto in fattura del credito d'imposta del 110%. E non è cosa da poco.


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