Versamento del 3% sul maggior valore attribuito: questo il costo della misura introdotta dall’art. 110 D.L. 104/2020.
Grazie all'aliquota calmierata del 3%, la rivalutazione 2020 può presentare profili di convenienza per coloro che hanno rilevanti beni materiali e immateriali a bilancio al 31.12.2019. Nel 2020 la rivalutazione di beni materiali e immateriali, nonché di partecipazioni in società controllate e collegate (iscritte tra le immobilizzazioni) è stata introdotta dall'art. 110, D.L. 104/2020 e opera sul bilancio 2020, quindi a partire dal 2021. I soggetti che producono reddito d'impresa possono rivalutare i beni risultanti nel bilancio 2019. La peculiarità di quest'anno è che la rivalutazione può essere effettuata sui singoli beni e non necessariamente per categorie omogenee e deve essere annotata nel relativo inventario e nella nota integrativa.
Il maggiore valore attribuito ai beni in sede di rivalutazione può avere anche riconoscimento fiscale (ma è possibile optare per una rivalutazione soltanto civilistica) pagando un'imposta sostitutiva del 3% da versare in massimo 3 rate annuali, entro la scadenza del saldo delle imposte 2020, 2021 e 2022: pertanto, salvo proroghe: 30.06.2021; 30.06.2022; e 30.06.2023.
Esempio – Si ipotizzi un'attrezzatura con aliquota d'ammortamento 25% del costo storico di 50.000 euro e fondo di pari importo (completamente ammortizzata). Tale attrezzatura viene rivalutata di 30.000 euro, quindi, passa a 80.000 euro tra le attività e in contro partita 30.000 euro come saldo attivo da rivalutazione. Per conferire rilevanza anche fiscale alla rivalutazione, occorre versare il 3% su 30.000, ossia 900 euro in 3 anni (€ 300 ciascuna rata). In tal modo si avrebbe un costo generato dall'ammortamento di 30.000 euro (ossia 80.000 CS – 50.000 Fondo) che abbatterebbe l'imponibile fiscale, consentendo un risparmio di imposta, per ipotesi, di circa il 28% (24% Ires + 3,9% Irap), ossia di 8.400 euro totali, quindi 2.100 euro annuali (ipotizzando l'ammortamento in 4 anni). Il risparmio d'imposta generato dal costo fiscale “ripaga” l'imposta sostitutiva da versare.
Il saldo attivo della rivalutazione, volendo, può poi affrancarsi (in tutto o in parte) versando l'imposta sostitutiva del 10%, sempre in 3 rate. Se in data anteriore al 1.01.2024 il bene in questione è ceduto a titolo oneroso o assegnato ai soci o destinato a finalità estranee all'esercizio d'impresa o al consumo personale/familiare dell'imprenditore, la rivalutazione non viene considerata e le plusvalenze/minusvalenze si determinano sul costo del bene pre-rivalutazione.
Abbonati a Ratio Quotidiano per continuare a leggere i contenuti integrali.
Scegli l’informazione di qualità ogni mattina alle 7:00
Abbonamento 12 mesi con attivazione immediata, accesso ai contenuti completi, notizie via e-mail, ultim’ora, archivio completo e ricerche on line:
€ 104,00 (€ 100 + IVA 4%)
Abbonati
Offerta riservata agli abbonati a qualsiasi altro servizio del Sistema Ratio:
€ 62,40 (€ 60 + IVA 4%)
Abbonati
Sei già abbonato?
Accedi alla tua area riservata